La Cop 27 si è da poco conclusa. Il suo scopo è quello di rendere concrete le azioni decise durante gli Accordi di Parigi del 2015. Ciò che è emerso dalla conferenza non è molto confortante e, come ha detto il Segretario Generale dell’ONU, sono stati dati “troppi compiti e poco tempo”. D’altronde il tempo per salvare il pianeta è davvero poco e le cose da fare sono davvero tante. Ma, quindi, cos’è successo alla Cop 27?
Cos’è la Cop 27
La Cop 27 è la 27esima conferenza delle Parti della Convezione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il suo scopo è rendere concreti gli Accordi di Parigi.
La conferenza si è tenuta a Sharm El Sheik, in Egitto, dal 6 al 18 novembre scorso e ad essa hanno partecipato 197 delegazioni.
Inoltre, la conferenza si è anche prolungata di due giorni, rispetto a quanto prefissato. Ciò che era emerso nei primi giorni era tutt’altro che incoraggiante. Ma alla fine qualcosa di buono ne è uscito.
Come è messo il pianeta?
Diciamo la verità: il pianeta non è messo bene, questo è quanto è emerso dalla Cop 27. Ovviamente, non è nulla di positivo, ma potrebbe essere un modo per spronare tutti a fare qualcosa e a farlo il più velocemente possibile.
L’ultima conferenza delle Nazioni Uniti a Glasgow aveva fatto emergere un quadro non molto roseo. Quasi nessuna delle nazioni “ricche”, infatti, aveva portato a termine i propri impegni sul clima.
La conferenza è iniziata, quindi, con un’atmosfera decisamente tesa e poco serena.
I punti nevralgici della Cop 27
I punti nevralgici di queste due settimane di conferenza sul clima sono stati l’addio alle fonti fossili, il fondo per le perdite e i danni, la conferma del riscaldamento globale entro il grado e mezzo, la finanza climatica.
Le proposte sono incoraggianti, alcune di esse sono realizzabili, altre lo sembrano un po’ meno. Ma quella che doveva essere una Cop devastante è riuscita a terminare con un po’ di speranza.
Il loss and damage fund
Il punto più chiacchierato e criticato di tutta la Cop 27 è il fondo per le perdite e i danni, fortemente voluto dai paesi più poveri e contrastato dai paesi più ricchi. Alla fine si è arrivati a un accordo e il loss and damage fund è stato istituito!
È stata la questione centrale di questa conferenza e in poco parole dice che i paesi ricchi e inquinanti (fautori del cambiamento climatico) devono pagare i danni inflitti alle altre nazioni.
Stati Uniti, Canda e Unione Europea erano fortemente contrarie al fondo, ma alla fine hanno ceduto. Tuttavia vorrebbero portare ancora a dibattito la questione, affinché anche altre nazioni contribuiscano al fono. In particolar modo le nazioni che ad oggi sono quelle che inquinano di più in assoluto: Cina e India.
Cop 27 e controllo sulle emissioni
Un altro argomento fondamentale è stato il controllo delle emissioni. Alcune nazioni, infatti, hanno accusato altre nazioni di aver fornito dati falsi a riguardo, in particolare Malesia e Vietnam.
Tuttavia, si può porre rimedio a questo, perché da qualche anno i nuovi osservatori di emissioni di gas serra e i satelliti sono in grado di fornire dati dettagliati e con essi sarà possibili stanare le emissioni e smascherare coloro che hanno fornito dati falsi.
Con i dati satellitare è possibili stilare una lista dei luoghi più inquinanti del pianeta.
Obiettivo 1,5°C
L’obiettivo principale degli accordi sul clima prevede di limitare il riscaldamento globale a 1,5° e di non superare questo limite. Gli scienziati hanno posto come limite massimo per mantenere fede a questo punto il 2030. Sfortunatamente ciò che è emerso è che molti stati non saranno in grado di mantenere questo impegno entro il 2030.
Purtroppo non è stato fatto molto durante la Cop 27 per questo punto. Tutt’altro ciò che è emerso è che tale obiettivo si stia allontanando ancor di più a causa della crisi degli approvvigionamenti da Post Pandemia e dalla crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina.