Da quando Elon Musk ha acquisito Twitter il social network dell’uccellino blu è piombato nel caos, in un susseguirsi di notizie, tra scalpori e smentite. L’ultima notizia che ha indignato il mondo intero è il ban ai giornalisti. Diversi profili di molti giornalisti sono stati sospesi perché, sembrerebbe, violavano alcune regole del social network. Dopo giorni di malcontento generale molti profili sembrano essere stati ripristinati, ma il problema non è del tutto finito. Cosa sta succedendo ai giornalisti su Twitter?
Ban ai giornalisti: gli oppositori di Musk vengono sospesi?
Ad essere stati sospesi sono i profili Twitter di alcuni giornalisti molto seguiti e proprio per questo la notizia ha suscitato ancor più scalpore. Tanto più che il ban ai giornalisti è arrivato proprio a coloro che, nei giorni precedenti, avevano espresso il loro disappunto per il nuovo proprietario del social network, Elon Musk.
Si tratta di account certificati di giornalisti professionisti, che lavorano per testate giornalistiche famose e affidabili, con decine di migliaia di persone che li seguono.
Tra di loro ci sono Ryan Mac, del New York Times, Drew Harwell, del Washington Post, Donie O’Sullivan, della CNN, Matt Binder, di Mashable, Micah Lee, di The Intercept. Oltre ad alcuni giornalisti indipendenti, come Aaron Rupar e Tony Webster. Ad essere stato sospeso è anche l’account della piattaforma social decentralizzata Mastodon.
Che fine ha fatto la libertà di parola?
Quando Elon Musk ha comprato Twitter ha promesso un social network dove la libertà di parola sarebbe stata la parola d’ordine.
L’imprenditore aveva promesso di ampliare ulteriormente la libertà e di censurare il meno possibile. Tant’è vero che aveva fatto sapere che non avrebbe censurato nemmeno il profilo di ElonJet, la pagina che segue in tempo reale gli spostamenti del jet privato del proprietario di Twitter.
Tuttavia, sembrerebbe che il problema legato al ban ai giornalisti dipenda proprio da ElonJet.
Ban ai giornalisti: seguivano il jet privato di Musk?
Inizialmente Elon Musk aveva dichiarato che non avrebbe bannato l’account di ElonJet, il quale segue gli spostamenti del jet privato dell’imprenditore.
Tuttavia, nelle settimane scorse è avvenuto uno spiacevole episodio che gli ha fatto cambiare idea. “Uno stalker pazzo” ha inseguito l’auto dove credeva viaggiasse Musk ma che, invece, trasportava il figlio minore, di appena due anni, dell’imprenditore.
Dopo l’accaduto l’account di ElonJet è stato bloccato e una nuova regola è stata introdotta su Twitter: “ogni account che diffonde informazioni personali su dove si trova una persona in tempo reale sarà sospeso in quanto violazione della sicurezza fisica”.
Elon Musk ha inoltre aggiunto “la regola si applica ai giornalisti come a tutti gli altri. Gli account sospesi hanno pubblicato la mia esatta posizione in tempo reale, dando fondamentalmente le coordinate a chiunque voglia assassinarmi, in violazione diretta ai termini di servizio di Twitter”.
Gli account sospesi sono stati ripristinati
Nel corso dei giorni successivi Elon Musk ha parlato con i giornalisti degli account sospesi e, dopo essersi riappacificati, tutti sono stati ripristinati.
Musk ha lanciato un sondaggio su Twitter, dove chiedeva se i profili che erano stati bannati dovessero essere ripristinati o meno e se il reintegro dovesse essere immediato. La maggior parte degli utenti hanno votato per un reintegro immediato e così è stato, anche se un paio di profili sono stati reintegrati con alcune ore di ritardo.
Account come ElonJet esistono con lo scopo di evidenziare quanto i multimiliardari utilizzino mezzi di trasporto altamente inquinanti come gli arei jet. Tuttavia, episodi come quello raccontato da Elon Musk evidenziano anche quanto essi siano pericolosi per i diretti interessati.