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L’AirTag è un prodotto progettato da Apple per poter rintracciare beni di diverse dimensioni attraverso la funzione “Dov’è” dell’iPhone. Chiavi, portafogli ma anche biciclette e interi bagagli: grazie a questo piccolo tracker bluetooth si può localizzare con precisione la posizione di qualsiasi oggetto.
Purtroppo, però, come qualsiasi utile strumento, anche l’AirTag può essere utilizzato per scopi meno leciti, etici e sicuri. E così, oltre a localizzare gli oggetti in proprio possesso, questo bottoncino tecnologico viene posizionato anche per seguire le persone.
Le sue dimensioni molto contenute (appena 32 millimetri di diametro) rendono il tracker Apple estremamente difficile da individuare se ben piazzato. Se l’AirTag si trova nelle vicinanze del’iPhone che ne chiede la localizzazione, si innesca immediatamente un allarme sonoro che mette in allerta la persona. Tuttavia, se l’AirTag è distante si passa per la rete Bluetooth di Apple e grazie alla funzione “Dov’è”, si può localizzare precisamente il bottoncino sulla mappa… in maniera abbastanza silenziosa.
AirTag Apple e le denunce per stalking
Proprio per la precisione della funzionalità “Dov’è”, l’AirTag è stato utilizzato in diversi casi di stalking: ultimamente sono due le donne che hanno sporto denuncia contro la Apple per questo motivo.
Secondo le vittime, infatti, gli AirTag sarebbero stati utilizzati dai loro ex partner per monitorare tutti i loro movimenti, ovviamente senza consenso. E in effetti qualche dubbio su questa falla nella privacy era già sorto al momento del lancio dei tracker. La semplicità d’uso sarebbe un via libera per controllare tutti gli spostamenti di una persona senza che se ne renda anche solo conto.
Gli AirTag erano stati posizionati molto attentamente: il primo si trovava nel parafanghi dell’automobile, l’altro nello zaino scolastico del figlio di una delle due vittime. In entrambi i casi sarebbe stato molto difficile sentirne il rumore, vederlo o anche solo percepirlo. Alcuni esperti di sicurezza avvertono che questi potrebbero essere solo due di centinaia di situazioni simili che non vengono segnalate o che persino non vengono rilevate.
Perché proprio l’AirTag
Di dispositivi simili al tracker Apple ce ne sono diversi ma gli AirTag hanno tre punti di forza: il prezzo, la precisione e la facilità di utilizzo. Grazie a questi l’AirTag risulta come uno strumento irragionevolmente pericoloso, secondo l’accusa delle due donne. In un trafiletto riportato dal New York Times si può leggere
“Con un prezzo di appena 29$, [l’AirTag] è diventata l’arma preferita da stalker e molestatori”.
In effetti la spesa è infinitamente minore rispetto alla resa e gli AirTag si distinguono nettamente da qualsiasi altro prodotto della concorrenza. Non solo la precisione del segnale, ma anche la portata della rete e la facilità di utilizzo. Il tracker Apple, infatti, si comporta come qualsiasi dispositivo della suite Apple e non solo viene rilevato e collegato in automatico, ma rimane facilmente nella memoria dell’iPhone.
Le contromisure Apple
Ovviamente Apple ha preso subito provvedimenti per limitare eventuali rischi non considerati e tutelare la privacy dei suoi clienti. Effettivamente, ancor prima del lancio ufficiale questa prospettiva metteva un po’ di preoccupazione, tanto è vero che al rilascio degli AirTag la Apple aveva affermato che “sono stati progettati per tracciare oggetti e non persone”.
Con il passare del tempo e gli aggiornamenti firmware, comunque, i controlli per aumentare la sicurezza della privacy sono stati aumentati. Adesso gli AirTag hanno due tipi di segnali acustici: uno serve per ritrovare degli oggetti nelle vicinanze, un altro scatta in automatico quando il tracker viene separato dall’iPhone collegato troppo a lungo. Purtroppo, è possibile comunque modificare questi bottoni localizzatori per evitare entrambi i suoni.
Un’altra misura molto interessante è quella della segnalazione di AirTag non collegati ma presenti nelle vicinanze. Il firmware 2.0.24 di novembre di AirTag, infatti, abilita la Posizione Precisa che permette di localizzare più facilmente i tracker di terzi. In questo modo si dovrebbero poter scovare più facilmente i tentativi di stalking.