Un gruppo di scienziati è riuscito a deviare un fulmine lanciando dei raggi laser… è fantascienza? No è realtà! Ecco come i raggi laser potrebbero proteggerci dai fulmini.
Cos’è un fulmine
Il fulmine è un fenomeno naturale estremo. Siamo tutti abituati a vederli illuminare il cielo, nei temporali peggiori. Ma cosa sono?
Il fulmine è una scarica elettrostatica di milioni di volt e centinaia di migliaia di ampere. Esso nasce in una nuvola o in più nuvole, tra una nuvola e il suolo o viceversa.
Sono affascinanti, ma sono anche estremamente distruttivi. Ci fanno sobbalzare e tremare e anche se oggi ci sono tante accortezze per limitare i danni, questi sono comunque incalcolabili.
Si stima che i danni ogni anno ammontano a diverse migliaia di euro e i morti sono circa 4 mila l’anno.
Il parafulmine e la sua funzione
Oggi abbiamo alcuni strumenti che limitano i danni dei fulmini. Il principale e il più famoso è il classico parafulmine. Tuttavia, questo strumento, che è stato inventato nel 1752, non è cambiato molto negli anni.
Benjamin Franklin inventò il parafulmine nel 1752. Era un palo appuntito e conduttivo fatto di metallo collegato al suolo. Esso attirava i fulmini e scaricava la loro potenza al suolo, limitando, appunto, i danni.
Il raggio di protezione al suolo del parafulmine è più o meno proporzionale alla sua altezza. Proprio per questa ragione il suo raggio d’azione è limitato e non è indicato per proteggere grandi aree.
Nonostante ciò, questo semplice strumento è ancora oggi il più efficace e utilizzato.
L’esperimento con i raggi laser per proteggerci dai fulmini
L’esperimento di cui parlavamo prima potrebbe cambiare radicalmente il nostro sistema di protezione contro i fulmini. Si tratta di un sistema di difesa a raggi laser.
Si tratta di un dispositivo chiamato LLR, Laser Lightning Rod, messo a punto da un consorzio europeo composto dall’Università di Ginevra, dall’Ecole Polytechnique di Parigi e una serie di aziende europee.
Tra di queste troviamo il produttore di laser Trumpf.
L’esperimento non è di oggi. Ma i ricercatori hanno impiegato circa un anno per analizzare i dati raccolti.
L’esperimento si è svolto nell’estate del 2021, sulla vetta del Santis, nel nord est della Svizzera, a 2502 metri di quota. Il Santis è una cima molto conosciuta in ambito scientifico. Non è la prima volta, infatti, che gli scienziati la utilizzano per studiare i fulmini.
I risultati hanno mostrato che il prototipo di parafulmine a raggi laser funziona e che può coprire una vasta area, molto maggiore di quella coperta da un normale parafulmine.
Come funziona il raggio cattura fulmini
L’LLR è in grado di deviare i fulmini. I ricercatori hanno spiegato: “Quando nell’atmosfera vengono emessi impulsi laser di altissima potenza, all’interno del raggio si formano filamenti di luce molto intensa.
Questi filamenti ionizzano le molecole di azoto e ossigeno nell’aria, le quali rilasciano elettroni, liberi di muoversi. Quest’aria ionizzata, plasma, diventa un conduttore elettrico che richiama il fulmine”.
Lo strumento è in grado di estendere il raggio laser molto verso l’alto, aumentando così notevolmente il raggio di azione al suolo.
Il prototipo realizzato ha un’asta larga un metro e mezzo, lunga otto metri e di più di 3 tonnellate di peso.
Il professor Wolf dell’università di Ginevra spiega: “Abbiamo scoperto che la scarica poteva seguire il raggio per quasi 60 metri prima di raggiungere la torre, il che significa che aumentava il raggio della superficie protetta da 120 metri a 180 metri”.
L’obiettivo del consorzio è quello di arrivare a coprire un’area di 500 metri di raggio. Inoltre, lo strumento funziona con la nebbia, esso perfora le nuvole.