Siete pronti all’arrivo dei chatbot che vendono al posto degli esseri umani? Stiamo parlando di modelli conversazione AI in grado di interfacciarsi con i clienti non solo come servizio di customer service, ma anche in prima linea per vendere prodotti e servizi. Vediamo a cosa stanno lavorando le aziende mondiali per spingere i loro business e guadagnare sempre più soldi nel minor tempo possibile.
Chatbot: cosa sono
Partiamo col capire che cos’è un chatbot. Si tratta di un’applicazione utilizzata a livello commerciale dalle aziende per creare condurre conversazioni di chat online tra una persona (cliente o potenziale tale) e l’azienda stessa.
Sinora erano state utilizzate come servizi di Costumer service veloce. Queste conversazioni realizzate tramite testo o sintesi vocale andavano a risolvere problemi comuni durante l’acquisto o il reso di un prodotto. Relativamente alle vendite, per ora fornivano un contatto diretto con un agente che potesse vendere il prodotto dal vivo.
Cosa sta cambiando? Le aziende stanno cercando di utilizzare l’intelligenza artificiale per farsi che queste applicazioni vendano direttamente il prodotto al cliente tralasciando la figura dell’agente.
Un bel salto in avanti. Ma che prezzo?
Se da una parte le aziende andranno a risparmiare sulla percentuale che devono ad un agente di vendita, dall’altra stanno anche compiendo un vero e proprio salto nel buio.
Infatti, non a tutti i potenziali clienti potrebbe piacere l’idea di dover seguire i consigli di un sistema automatizzato. Vero è che queste ChatGpt stanno diventando virali. Sono eloquenti e veloci. Hanno la capacità di rispondere alle domande degli utenti in tempo reale ed esaustivo.
Purtroppo, spesso le domande che vengono poste sono troppo precise e particolareggiate. Per questo motivo alcuni dei più bravi e intelligenti creatori di software al mondo stanno cercando di adattare le abilità di questi chatterbot a ruoli diversi.
Obiettivo di adattabilità chatbot
Qual è l’obiettivo di creare chatbot che vadano rispondere a problematiche, dubbi o desideri diversi? L’idea è quella di creare dei programmi che vadano a persuadere l’utente e lo spingono ad acquistare anche ciò che in realtà non gli serve davvero. In pratica si vuole raggiungere gli obiettivi del settore marketing in un colpo solo.
Questo in alcuni casi potrebbe dare molto più potere ai consumatori. Ma se si analizza la cosa da un altro punto di vista ci accorgeremo che in realtà chi ci guadagna sono proprio le aziende che vendono determinati prodotti.
Infatti, come dimostrato da un recente caso legato all’azienda di automatizzazione di pratiche amministrative DoNotPay, queste chatbot sviluppano dei contenuti che vanno a coinvolgere emotivamente il potenziale cliente.
ChatGpt e DoNotPay
A dicembre dello scorso anno l’amministratore delegato dell’azienda DoNotPay, Joshua Browder, ha deciso di pubblicare tramite i canali social dell’azienda un video di chatbot che dimostra l’evoluzione di queste applicazioni.
In pratica, questo tipo di tecnologia di intelligenza artificiale ha creato una situazione ideale in cui un cliente si lamenta del servizio scadente relativamente ad una connessione Internet. Nel video è proprio una chat online a trovare le soluzioni alternative al problema. Non solo, nel video si vede che tramite questa chat in tempo reale un dipendente dell’azienda eroga la connessione al cliente, rilasciandoli anche un forte sconto sulla cifra annuale dell’abbonamento.
In pratica, Browder, ha descritto come un servizio di ChatGpt possa gestire come farebbe un essere umano (forse anche meglio) un problema di disservizio nei confronti di un cliente. Questo dimostra anche che tecnologie come quella potrebbero essere un ottimo aiuto nelle vendite.
Evoluzione, potenzialità e rischi
Riassumendo: i chatbot hanno capacità linguistiche sempre maggiori. I loro algoritmi sempre di più assimilano informazioni umane e si addestrano ad imitare la nostra scrittura. Parlano come noi e rispondono alle nostre domande.
Lo fanno in tempi record e da oggi potrebbero anche convincerci che abbiamo bisogno di comprare un determinato prodotto. Come fanno a conoscerci così bene? Ci analizzano, studiando le nostre azioni online.
Raccolgono informazioni utili, lavorando sui nostri dati utente. Le aziende potrebbero quindi iniziare sempre di più a scegliere queste applicazioni per incrementare le proprie vendite senza utilizzare costose risorse umane.
Il rischio è che i dati degli utenti vengano utilizzati nella maniera scorretta o che vengano erroneamente diffusi. Siete pronti ad affidarvi all’intelligenza di un computer?