L’intelligenza artificiale arriva in tribunale. Negli Stati Uniti un chatbot fa il suo ingresso nelle vesti di un avvocato. Si occuperà solamente di piccoli reati minori, come multe stradali, ma è un inizio. Il suo debutto è previsto per il prossimo 22 febbraio. Nel frattempo, anche in Cina si prova a far entrare l’intelligenza artificiale in tribunale, ma nella parte opposta, ovvero nelle vesti del giudice.
L’intelligenza artificiale in tribunale: l’esperimento negli Stati Uniti
Segnatevi data e ora, perché il prossimo 22 febbraio 2023, al’1:30 pm, si terrà la prima causa al mondo dove ci sarà un’intelligenza artificiale a prendere le difese dell’imputato. Si scriverà la storia!
L’intelligenza artificiale è quella di DoNotPay, la start up di Joshua Browder, che utilizza lo stesso Gpt-3 di Open Air utilizzato da ChatGpt.
È lo stesso Joshua Browder, CEO di DoNotPay a scrivere su Twitter: “Facciamo la storia. Per la prima volta un robot rappresenterà un cittadino in un tribunale USA”.
Non si sa di più sull’identità dell’imputato, ma sappiamo che si tratta di una causa legata a una multa stradale.
L’imputato si presenterà da solo in tribunale, con un paio di cuffiette connesse con il suo robot avvocato. L’intelligenza artificiale potrà sentire le domande e i rilievi dell’accusa, attraverso un’applicazione scaricata sul telefono dell’imputato, e potrà così consigliarlo su come rispondere. Il tutto in tempo reale.
Intelligenza artificiale in tribunale, per il momento solo per cause minori
Si tratta di cause minori e piccoli crimini stradali. Per il momento l’intelligenza artificiale non si occuperà di cause penali, ma è comunque un inizio ed è incredibile.
Negli Stati Uniti si può arrivare davanti al giudice per discutere di alcune piccole cause come, appunto, una multa stradale. Tuttavia, per questo tipo di reati non è prevista la presenza di un avvocato.
Il lavoro che svolgerà l’intelligenza artificiale in tribunale, quindi, è un qualcosa di più simile a una consulenza che al dibattito di un avvocato. Ma se l’esperimento dovesse andare a buon fine e attirare l’attenzione delle persone giusto, in futuro, chissà, potrebbe essere utilizzata per cause maggiori.
“La legge è una combinazione di codice e linguaggio, e quindi rappresenta lo use case perfetto per l’intelligenza artificiale”, ha spiegato Browder.
Un consulente già testato
L’intelligenza artificiale di DoNotPay è un paio di anni che si sta specificando nel settore giuridico e finalmente è arrivato il suo grande debutto in tribunale!
Sebbene questa sia la prima volta che entra ufficialmente in un tribunale, l’intelligenza artificiale è già stata messa alla prova nella contestazione di casi in ambito della contestazione.
Lo scorso mese l’intelligenza artificiale era stata messa alla prova nella discussione di una bolletta di Comcast, per la connessione internet. Il robot avvocato ne ha contestato la qualità e ha minacciato azioni legali.
Tuttavia, alcuni hanno ritenuto che l’intelligenza artificiale abbia utilizzato modi un po’ scortesi. Il CEO di DoNotPay ha garantito che nell’aggiornamento saranno smussati i toni e che l’AI sarà più educata e pacata.
Nel frattempo in Cina
L’intelligenza artificiale di DoNotPay non è l’unica ad essere entrata in tribunale. In Cina c’è una versione che vesti i panni del giudice. In realtà essa è più che altro un consulente del giudice, perché la sentenza finale la dà comunque l’essere umano.
Si chiama System 206 ed è un tool utilizzato nelle procure cinesi per velocizzare il lavoro degli inquirenti. L’intelligenza artificiale si è specializzati in otto reati comuni, dei quali è in grado di valutare le prove a carico e la pericolosità sociale.
I reati sono gioco d’azzardo, guida pericolosa, lesioni intenzionali, ostruzione ai doveri ufficiali, furto, frode, provocare e raccogliere provocazioni e fomentare problemi.