Possono bannarlo dalla commissione Europea e dalla Casa bianca, ma TikTok non ha alcuna intenzione di arrestare la sua ascesa. Nonostante le varie polemiche legate alla privacy degli utenti, l’app di ByteDance lancia una nuova funzione che farà felici i creator: le TikTok Series.
Si tratta di collezioni di contenuti che saranno accessibili solo tramite un pagamento una tantum. Pagando una cifra variabile, i fan potranno sbloccare dei video inediti dei loro creator preferiti. Per i creator questa è un’ottima opportunità per creare una community più legata… ma anche per monetizzare un po’.
Cosa sono le TikTok Series
Le Series altro non sono che raccoglitori di contenuti premium. Come dice il nome, si tratta di “serie” di contenuti esclusivi che possono spaziare molto nelle tematiche. Possono essere tutorial, approfondimenti, reaction, interviste… insomma qualsiasi cosa sia in linea con il profilo del creator. Ovviamente anche i video nelle stories dovranno rispettare le linee guida della community di TikTok, quindi niente contenuti per adulti.
Ogni TikTok Series potrà includere fino a 80 video. E la novità assoluta è che questi video avranno una durata massima di 20 minuti, il doppio di quella normalmente consentita. Secondo TikTok questo darebbe un formato nuovo alle persone per godere dei loro contenuti preferiti. Secondo gli spettatori, invece, sembra che TikTok si stia avventurando sempre di più nel terreno di YouTube… o dei servizi in streaming.
Ad ogni modo, per ora le TikTok Series sono un prodotto in fase di test, quindi risultano disponibili solo per un numero limitatissimo di creator. Per ora si tratta solo di creator selezionati, ma nei prossimi mesi sembra verranno accettate delle domande di partecipazione. In che misura? Questo è ancora da vedere.
Un nuovo metodo per monetizzare
Attualmente le Series sembrano un metodo per monetizzare a tutti gli effetti. Nuovo per TikTok, ma già visto su altre piattaforme. Il concetto di paywall è infatti ampiamente utilizzato da concorrenti come Patreon oppure… OnlyFans. Gli spettatori e i fan più interessati possono acquistare l’accesso ai contenuti premium direttamente sul profilo del TikToker oppure tramite link nei video. Sarà il creator stesso a decidere, fissare e modificare il prezzo dell’accesso, scegliendo un pagamento “one-time” che varia dai 0.99$ ai 189.99$.
Per un periodo di tempo limitato i creator riceveranno il 100% dei guadagni provenienti dalle series, al netto delle spese di gestione della piattaforma ed elaborazione dei video. Non si sa bene quale sia questo lasso di tempo, ma non è nuovo dato che già abbiamo visto incentivi simili su altre piattaforme. Per ora non si sa bene nemmeno quale sarà la futura ripartizione delle entrate per i creator.
“Poiché le series sono nella loro fase iniziale, in questo momento siamo concentrati sulla creazione del prodotto e sui feedback dei nostri creator per migliorarlo.” Queste sono state le uniche parole di TikTok riguardo la monetizzazione a lungo termine. È indubbio però che l’intenzione del social cinese sia quella di ricompensare i tiktoker. Le series infatti si collocano in un contesto già da tempo in evoluzione, quello della monetizzazione sicura. Lì troviamo servizi come il Creator Fund, il Creator Marketplace e il Creativity Program Beta.
Le TikTok Series aprono una nuova strada
Che il social cinese stia entrando a gamba tesa nel territorio di YouTube con queste TikTok Stories è abbastanza chiaro. Dai video super-corti a quelli di ben 20 minuti: il passo è stato diluito nel tempo ma rimane davvero grande. Perché è vero che i video brevi attirano molto di più l’attenzione, ma dei video più lunghi hanno più potenziale di guadagno.
Ma davvero si vuole fermare qui? Negli ultimi anni sembra che l’app di ByteDance stia facendo il suo ingresso nel mercato dello streaming… quello che vede come competitor Netflix ed Amazon Prime, per esempio. Non è solo una questione di contenuti sempre più di qualità, ma anche di concessioni di licenze.
Una cosa comunque è certa: le TikTok Series segnano inderogabilmente la scissione tra creatori professionisti e semplici utilizzatori. Questo comporterà indubbiamente un gap tra produttori… e spettatori.