Chirurgia robotica automatizzata

Oggi torniamo a parlare di robotica. Vediamo insieme come la chirurgia robotica sia arrivata ad una vera e propria svolta scientifica grazie ai sistemi automatizzati, alcuni guidati addirittura da intelligenze artificiali.

Chirurgia robotica automatizzata

Non solo. La chirurgia robotica di cui stiamo per parlarvi è anche non invasiva. Si tratta di nuovi strumenti del settore medico che hanno come obiettivo quello di raccogliere i dati e migliorare le prestazioni.

È questa la direzione lungo la quale si sta muovendo la ricerca in campo bioingegneristico industriale. La robotica sarà il futuro dell’innovazione digitale nel settore salute.

Può la chirurgia robotica aiutare l’uomo? Assolutamente si, e in questo articolo vediamo quali sono le previsioni per il futuro.

Questo perché i robot con le loro interfacce digitali hanno la possibilità di raccogliere e accumulare tantissimi dati utili per effettuare le diagnosi dei pazienti ma soprattutto per curarli e per gestire in maniera sempre meno invasiva le procedure chirurgiche grazie all’utilizzo di movimenti automatizzati.

Contro sprechi e… burnout dei medici

L’utilizzo della chirurgia robotica automatizzata aiuterà con il tempo a gestire gli sprechi e quindi ad aiutare gli ospedali nella gestione economica dei fondi. Si tratta di un investimento a lungo termine che ha come obiettivo anche quello di salvare i medici dal burnout.

Per chi non sapesse di che cosa stiamo parlando, vi spieghiamo in breve quali sono gli effetti di questo esaurimento emotivo causato dallo stress.

Molti dei nostri medici vivono condizioni di bornout. L’utilizzo della tecnologia in ambito medico e chirurgico può aiutare notevolmente i nostri medici nel proprio lavoro.

Sempre più spesso soprattutto in ambito medico si sente parlare dell’eccesso di esposizione alla sofferenza che colpisce un terapeuta su quattro. Il dover gestire i problemi di salute degli altri, spesso senza avere dei reali momenti di pausa dal lavoro in ospedale, porta un medico su quattro a soffrire di burnout.

Utilizzare dei sistemi tecnologici che possano sopperire al lavoro dell’essere umano nel momento in cui il medico si sente troppo stanco per lavorare aiuterà i medici stessi a lavorare meglio.  Si potranno prendere dei momenti di pausa o comunque potranno gestire con più calma e riflessività il lavoro coadiuvato dalla chirurgia robotica.

L’aspetto più tecnologico della chirurgia robotica

Il secondo obiettivo che la chirurgia robotica automatizzata si propone è quello di lavorare chirurgicamente su un problema utilizzando meno incisioni possibili e sfruttando gli orifizi naturali.

Potremmo definirla come una sorta di endoscopia potenziata, in cui i robot sono equipaggiati per compiere operazioni complesse con una strumentazione di piccolissime dimensioni. Questo aumenterà le performance, diminuirà i tempi chirurgici, ma soprattutto renderà gli interventi meno invasivi.

Utilizzare i robot chirurgici vuol dire rendere gli interventi meno invasivi.

A proposito di questo, tecnologicamente parlando si sta lavorando ad alcuni robot chirurgici che siano in grado di utilizzare i bisturi di fasci di energia. In pratica, in un futuro piuttosto prossimo, in chirurgia verranno utilizzati strumenti come ad esempio delle sonde che genereranno ultrasuoni localizzati e che permetteranno di intervenire senza incidere il paziente.

Possiamo permettercelo?

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma un paese come il nostro può permettersi questo tipo di chirurgia robotica automatizzata? La nostra sanità pubblica sarà in grado di integrare questi strumenti di nuova generazione? Ma soprattutto, le équipe mediche verranno preparate adeguatamente per svolgere interventi con questo tipo di teconologia?

Alcuni sono convinti che in un contesto di invecchiamento della popolazione con un conseguente aumento dei costi sanitari, iniziare ad utilizzare la chirurgia robotica automatizzata possa essere uno spreco che non garantirà nessun risparmio sul lungo periodo.

Altri invece sono fermamente convinti che dipenda molto dagli aspetti organizzativi del singolo polo scientifico. Molto probabilmente la soluzione migliore sarebbe creare dei poli dedicati alla chirurgia robotica, all’interno dei quali utilizzare queste speciali macchine con personale adeguato e specializzato solo ed esclusivamente per casi urgenti o di reale gravità.

Attualmente questo tipo di chirurgia e di strumenti sono disponibili per chi si trova a lavorare in ambiti di applicazione come le isterectomie. In alcuni centri sanitari i robot chirurgici sono già stati integrati per lavorare su torace e addome.

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