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Sfortunatamente nelle ultime settimane non si parla d’altro se non della crisi in Israele, degli attacchi terroristici e della guerra che è diventata sempre più aspra. In questo scenario si fanno strada prepotentemente le fake news, le quali hanno trovato terreno fertile. Mai come in questo caso, infatti, il web si è riempito dei video delle violenze, diventati virali e arrivati sui social e sugli smartphone di tutto il mondo.
7-8 ottobre: l’attacco di Hamas sconvolge il mondo intero
Nei giorni 7 e 8 ottobre scorso le forze armate terroristiche di Hamas hanno attaccato a sorpresa Israele. Esse hanno colpito senza scrupoli i civili israeliani direttamente nelle loro case.
Se c’è un attacco che ha sconvolto il mondo più di qualsiasi altro è senza dubbio questo. Complici sono stati i moltissimi video diffusi online sui social delle atrocità commesse, diventati subito virali.
Quello che è stato chiaro sin da subito e che rende questo conflitto diverso dai precedenti è il massiccio utilizzo dei social. I social, infatti, si sono rivelati uno strumento indispensabile, utilizzato da entrambe le parti per destare indignazione di fronte alle azioni compiute.
La crisi in Israele e Palestina e i video diventati virali
Come dicevamo i video delle violenze commesse da Hamas in Israele sono diventati virale sui principali social network, in particolar modo su Facebook.
Ma non solo, anche dall’altra parte i Palestinesi cercano di far conoscere al mondo le atrocità che ogni giorno, incessantemente, vengono perpetrate all’interno della Striscia di Gaza. In quest’ultimo caso, dobbiamo anche aggiungere la difficoltà che spesso hanno gli stessi civili a far fuoriuscire le informazioni dall’interno della Striscia.
Giornalisti e analisti si domandano se i video diventati virali hanno nulla a che fare con l’inasprimento dello stesso conflitto. Secondo moltissimi media la risposta è sì. Anche la ricercatrice Albana Dwonch ha scritto: “a oggi sembra davvero che esista un fronte online della Terza Intifada e che stia imperversando su varie piattaforme”.
Anche molti politici israeliani pensano che il fronte online influisca nella guerra.
Inoltre, il Time of Israel ha scritto: “diversi palestinesi sospettati di aver accoltellato israeliani, interrogati nei giorni scorsi, hanno indicato alcuni post virali trovati sui social network come fonte di ispirazione”.
La crisi in Israele e le fake news
A seguito dei moltissimi video diventati virali è iniziata anche una caccia alle fake news, da parte delle autorità. Sono stai scoperti moltissimi video finti che sono stati diffusi facendo credere agli utenti si trattasse dell’attacco di Hamas in Israele.
In realtà i video erano manipolati, con frame presi da videogiochi, foto fake e informazioni fuorvianti.
A condurre uno speciale rapporto in merito alle fake news sulla crisi in Israele è stato, in particolar modo, NewsGuard. Esso ha evidenziato come le informazioni manipolate siano state rinvenute principalmente sul social network di Elon Musk X.
Il rapporto di NewsGuard e X
NewsGuard ha redatto un lungo e dettagliato rapporto spiegando come le informazioni false o fuorvianti abbiano creato una visione irreale e distorta di quanto realmente avvenuto in Israele.
In particolar modo a diffondere queste informazioni sono stati account non verificati che pubblicano tranquillamente su X. Sempre secondo NewsGuard X è oggi il principale diffusore di disinformazione. Esso afferma che gli utenti non dovrebbero reperire lì le informazioni, in quanto rischiano di imbattersi in moltissime fake news.
Il report continua affermando che quanto accaduto è la conferma del fallimento in X. Inoltre, le famose Spunte Blu introdotte sul social network con lo scopo di certificare e rendere credibile un account, sono oggi acquistabili da chiunque abbia un account Premium.
Il problema non è limitato solamente ai social network. Nel corso di quest’ultimo mese e, in particolar modo nei primi giorni dopo l’attacco, infatti, anche i media ufficiali hanno utilizzato e diffuso notizie che poi sono state smentite o rettificate, in quanto non confermate ufficialmente dall’esercito israeliano.