Google guarda oltre e lancia una nuova funzione per Android tutta dedicata alla sicurezza. Questa nuova funzionalità permetterà di rilevare la presenza di AirTag di Apple o altri dispositivi Tracker Bluetooth sconosciuti nelle vicinanze del proprio smartphone. L’obiettivo? Prevenire potenziali rischi di stalking. Vediamo insieme in cosa consiste l’Anti AirTag di Google.
Anti AirTag: perché la sicurezza non è mai troppa
Ormai è frequente vedere online e sui social quanto siano utili i dispositivi AirTag o i Tracker Bluetooth per non perdere di vista oggetti e persone. Si tratta però di una questione di privacy e controllo.
Infatti, anche se l’utilità di questi dispositivi è fuori discussione visto che consentono di localizzare cose e persone che sono o potrebbero essere smarriti, è pur vero che si tratta di dispositivi che potrebbero essere utilizzati impropriamente.
Non a caso sono stati registrati moltissimi casi di stalking e monitoraggio non consensuale avvenuti tramite questi dispositivi. Questo perché sono piccoli e facili da nascondere tanto che è difficile accorgersi della loro presenza.
Ecco allora che arriva Google con il suo Anti AirTag, una nuova funzionalità che permette di nascondere le informazioni sensibili su spostamenti e abitudini di vita di una potenziale vittima. Grazie a questo sistema i malintenzionati si troveranno spiazzati nelle loro manovre di controllo volte a compiere possibili aggressioni o furti in abitazione e luoghi di lavoro.
Cosa farà questa nuova funzionalità di Google?
Vediamo adesso cosa può fare questo Anti AirTag di Google. In pratica, invierà delle notifiche automatiche agli utenti Android se nelle vicinanze dovesse esserci un Tracker Bluetooth o un AirTag che si muove in contemporanea con lo smartphone.
Toccando la notifica, si potrà visualizzare la posizione dell’ultimo avvistamento del dispositivo e far emettere un suono al dispositivo che sta effettuando il tracciamento.
Questa nuova funzione era già stata preannunciata da Google a maggio 2022 e finalmente viene rilasciata proprio in questi giorni. La caratteristica più interessante è che all’utente verranno anche mostrati altri dettagli relativi al dispositivo di tracciamento.
L’utente Android sarà in grado di vedere anche il numero di serie del Tracker rilevato per identificarne il proprietario e otterrà anche delle istruzioni specifiche su come disabilitarlo fisicamente una volta che lo avrà individuato. Infine, ci sarà anche una funzione di scansione manuale dei dispositivi Android compatibili nelle vicinanze.
Anti AirTag perché…
Ma perché questa nuova funzione Android di sicurezza è stata definita Anti AirTag se funziona con tutti i dispositivi Bluetooth Tracker? Perché al momento gli avvisi funzionano solo ed esclusivamente con gli AirTag di Apple e Google sta ancora lavorando per raggiungere il supporto a tutti gli altri Tracker Bluetooth come ad esempio Tile e Chipolo.
Si tratta comunque di una novità super importante che va a migliorare nettamente la sicurezza di tutti gli utenti Android che fino ad ora non avevano la possibilità di rilevare in maniera autonoma la presenza di AirTag sconosciuti.
Visti i casi di stalking in aumento in cui queste tecnologie vengono utilizzate per il monitoraggio non consensuale degli utenti, questa novità di Google porta l’azienda al passo con Apple che già aveva messo a disposizione sugli iPhone una funzione anti-stalking.
La collaborazione tra Google e Apple
Ne approfittiamo anche per raccontarvi di una collaborazione tra Google e Apple che si stava attivando in passato proprio per creare e presentare una nuova specifica tecnica condivisa utile al miglioramento di queste funzioni di rilevamento Tracker Bluetooth e indesiderati.
L’obiettivo era proprio quello di prevenire degli usi impropri. Grazie ad un’integrazione condivisa, i dispositivi di entrambe le piattaforme avrebbero avuto modo di intercettare la presenza dei Tracker di terze parti sconosciuti nelle vicinanze.
Alla fine, la funzione Dov’è di Apple da sempre può tracciare solo gli accessori del marchio o di terze parti solo se implementano il protocollo proprietario Find My. Mentre l’implementazione definitiva di una specifica condivisa è ancora in lavorazione.
E quindi molto positivo che anche Google si sia rimesso al passo con il concorrente per tutelare la sicurezza dei propri utenti.