Direttamente dall’Università di Oxford arrivano dei nuovi pannelli solari super tech progettati per sviluppare il campo delle tecnologie fotovoltaiche. Questi pannelli si basano principalmente sulla perovskite, un materiale che ha attirato molta attenzione negli ultimi anni per le sue promettenti proprietà di acquisizione energetica dal sole. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Cos’è la Perovskite?
Prima di vedere come sono strutturati questi nuovi pannelli solari super tech progettati da Oxford scopriamo anzitutto quello che c’è da sapere su questo materiale rivoluzionario con il quale sono stati studiati.
La perovskite è un materiale cristallino che, in ambito fotovoltaico, è noto per la sua capacità di convertire la luce solare in elettricità con un’efficienza molto elevata. Si tratta di materiali con componenti che hanno una struttura chimica simile a quella del minerale originale perovskite (CaTiO3) e possono essere sintetizzati utilizzando una varietà di composti chimici.
Le celle solari a perovskite sono diventate molto popolari grazie alla loro efficienza crescente, alla loro facilità di produzione e ai costi relativamente bassi che hanno. Va da sé che i nuovi pannelli super tech avranno quindi dei vantaggi rispetto agli altri pannelli attualmente in commercio.
Vantaggi dei pannelli solari super tech di Oxford
Ma quindi, in cosa sono diversi questi pannelli solari super tech che arrivano direttamente dall’Università di Oxford? Come prima cosa, abbiamo visto che le celle solari realizzate con questo nuovo materiale hanno un’efficienza di conversione della luce solare superiore del 25%.
In seconda battuta non possiamo non notare come produrre questi pannelli abbatterà i costi. Infatti le celle a perovskite possono essere realizzate a temperature più basse con processi di produzione che implementano molta meno energia rispetto a quelli utilizzati per produrre le celle solari in silicio.
Sono quindi pannelli che possono essere fabbricati utilizzando tecniche di deposizione a basso costo, tra cui la stampa a inchiostro, che ne permette una produzione su larga scala. Inoltre, si possono realizzare su substrati flessibili e trasparenti, aprendo la strada a nuove applicazioni, come finestre fotovoltaiche e dispositivi portatili.
L’Università di Oxford in prima linea…
L’università di Oxford si pone quindi con questo progetto in prima linea nella ricerca sulle celle solari a perovskite. L’obiettivo è quello di creare un prodotto super tech la cui produzione sul larga scala ottimizzi anche i processi industriali.
I pannelli solari studiati da Oxford sono comunque ancora in fase di test. Questo perché le celle a perovskite sono suscettibili a degradarsi nel tempo, specialmente se esposti all’umidità e all’ossigeno. La ricerca presso Oxford e altrove sta lavorando per migliorare la stabilità del materiale, sviluppando strati di protezione e nuovi compositi.
In più si sta anche lavorando per trovare una buona compatibilità ambientale. Nelle celle a perovskite infatti è presente anche una piccola parte di piombo, il che rappresenta una preoccupazione a livello di sostenibilità nei confronti dell’ambiente, tale che la ricerca si sta muovendo per trovare materiali alternativi o sviluppare metodi per riciclare questo materiale in maniera sicura.
Oxford infatti sta collaborando anche con altre istituzioni accademiche e aziende per portare avanti queste sue ricerche, con l’obiettivo anche di sviluppare nuove tecniche di deposizione per creare dei pannelli solari uniformi e stabili che migliorino la qualità e la performance degli impianti fotovoltaici del futuro.
Efficienza dei Pannelli solari super tech
In conclusione al nostro articolo dedicato a questi nuovi pannelli solari super tech in studio a Oxford non potevamo non parlare della loro efficienza.
Abbiamo visto che i vantaggi nell’utilizzare la perovskite sarebbero molteplici, come anche però le problematiche da risolvere. A livello di efficienza però i ricercatori di Oxford affermano che, seppur a livello strettamente teorico, questi pannelli potrebbero raggiungere superare il 43% di efficienza.
Facendo quindi un paragone con le attuali tecnologie sul mercato, che si basano principalmente sulle tradizionali celle solari in silicio, ci sarebbe comunque un gap del 30% rispetto alla soglia di efficienza indicata.
Nonostante questo possiamo dire che queste celle solari di nuova generazione potrebbero andare a ricavare circa 421 W su un’area di 1,68 mq, stabilendo un vero e proprio record di approvvigionamento energetico. Questo fattore ci fa pensare che, una volta risolti i problemi relativi allo smaltimento di questo nuovo materiale, I pannelli super tech studiati da Oxford potrebbero rivoluzionare l’intero settore permettendo agli installatori di realizzare quanti più impianti con meno pannelli, che però producono di più.