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Il nostro universo è dentro un buco nero?

Un recente studio sostiene di aver trovato le prove

Il nostro universo dentro un buco nero

Il nostro universo potrebbe essere contenuto all’interno di un immenso buco nero? Secondo un recente studio e a seguito di alcune misurazioni effettuate con il James Webb Space Telescope, questa teoria affascinante potrebbe essere reale. O forse la spiegazione, per quanto meno affascinante, è piuttosto più semplice?

Le osservazioni con il James Webb Space Telescope

L’affascinante e inquietante teoria che il nostro universo sia interamente contenuto all’interno di un gigantesco buco nero nasce a seguito delle osservazioni effettuate con il telescopio spaziale James Webb dal professore Lior Shamir.

Il professore associato della Kansas State University ha analizzato i dati raccolti sulle osservazioni di 263 galassie a spirale, tra le più antiche e lontane da noi, notando delle anomalie interessanti riguardo il loro moto.

Lo studio è stato poi pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Lo studio: il nostro universo è dentro un buco nero?

La teoria di un multiverso, dove universi più piccoli sono contenuti all’interno di buchi neri appartenenti a un universo più grande, risale agli studi sulla cosmologia di Schwarzschild.

Il nostro universo dentro un buco nero
Il nostro universo dentro un buco nero

Anni dopo gli studi di Schwarzschild, infatti, gli scienziati Raj Kumar Pathria e I.J. Good, studiando l’orizzonte degli eventi ipotizzato dal collega, notarono come quest’ultimo potesse fungere da confine del nostro universo. In questo ipotetico universo non solo viene meno il concetto di “infinito”, segnando di fatto un vero e proprio confine, ma conferma come esso possa esistere effettivamente all’interno di un buco nero, facente parte di un universo più grande, forse infinito.

Tornando ai giorni nostri, il professore Shamir, sostiene di aver trovato ulteriori prove che confermano questa teoria vecchia ormai di decenni.

Le prove risiedono, appunto nelle osservazioni effettuate con il James Webb Space Telescope, le quali mostrano una rotazione anomala di alcune galassie, le quali potrebbero trovarsi appunto su questo “confine”.

L’analisi delle galassie è stata condotta attraverso un’analisi quantitativa delle loro forme, ma la differenza è così evidente che qualsiasi persona guardando l’immagine può vederla. Non c’è bisogno di competenze o conoscenze speciali per notare che i numeri sono diversi. Con la potenza del telescopio James Webb, chiunque può osservarlo”, spiega Lior Shamir, autore dello studio.

La rotazione delle galassie

Dobbiamo partire dal concetto che l’intero universo è in movimento. Non sono solo i pianeti a ruotare intorno al sole, ma il sole stesso è in movimento, insieme a tutti i corpi celesti e tutta la Via Lattea nella sua interezza ruota anch’essa.

Universo
Universo

Le galassie ruotano intorno al loro asse immaginario, ma non lo fanno tutte allo stesso modo. Alcune ruotano in senso orario, mentre altre ruotano in senso antiorario.

Si pensa, tuttavia, che la distribuzione dei moti sia del tutto casuale. Ma questo non è ciò che il professor Shamir e il suo team ha scoperto, osservando le 263 galassie a spirale prese in considerazione.

Di queste circa i due terzi delle galassie ruotano in senso orario. Questo risultato sembra un vero e proprio mistero, ma il professore sostiene che si tratti, in realtà, di una prova concreta del fatto che il nostro universo si trovi all’interno di un buco nero.

Il nostro universo è dentro un buco nero o c’è un’altra spiegazione?

Ci troviamo davvero all’interno di un immenso buco nero capace di contenere tutto il nostro universo, o c’è un’altra spiegazione al mistero sui moti delle galassie?

Una seconda spiegazione è molto meno fantascientifica. Potrebbe essere che non esista in realtà questa grande disparità tra il numero di galassie che ruotano in senso orario rispetto a quelle che ruotano in senso antiorario, semplicemente noi non siamo in grado di vederle tutte.

Le galassie che a noi appaiono ruotare in senso orario sono quelle che seguono un moto opposto rispetto a quello del pianeta Terra e, a causa dell’effetto doppler relativistico, queste appaiono più luminose rispetto alle altre.

Brillando molto di più, rispetto a quelle che ruotano in senso antiorario, sono più visibili e facilmente individuabili, dandoci l’impressione solo apparente che esse siano numericamente molto superiori.

Nessuna delle due ipotesi è stata confermata e per alcuni la prima, affascinante e fantascientifica, rimane un’ipotesi plausibili e incredibilmente emozionante.

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