Se credete che l’Intelligenza artificiale sia un concetto futuristico dovrete ricredervi. I sistemi di Intelligenza Artificiale sono ormai ovunque intorno a noi: dai sistemi di chat-bot, ai sistemi di videosorveglianza intelligenti in aeroporti e stazioni, fino ad arrivare ai sistemi automatici che scrivono vere e proprie notizie per il web. Da anni si lavora anche ad istruire i computer a riconoscere le emozioni.
Ma quali sono i limiti di questa pratica? E a cosa può servire?
Riconoscere le emozioni in automatico
L’Istituito Al Now, specializzato in ricerche per comprende le implicazioni sociali del dilagare dell’intelligenza artificiale, ha stilato un rapporto a riguardo. Il mercato che utilizza il riconoscimento delle emozioni è sempre più in crescita, con un giro d’affari di 20 miliardi di dollari in tutto il mondo e non vede, per ora, segni d’arresto.
Tuttavia, nonostante questo grandissimo utilizzo, si basa su fondamenti non sempre scientifici e sopratutto su pregiudizi. In tal senso il suo utilizzo ha quindi enormi difetti e potrebbe generare errori che porterebbero a ripercussioni anche gravi.
Per ora quindi, secondo questo istituto, sarebbe meglio non utilizzarlo. Le valutazioni dell’AI per il momento non sembrano credibili e corrette.
Quando e come viene utilizzato il riconoscimento emotivo
Ma in quali campi viene utilizzato? Forse non riuscite a immaginare gli utilizzi di una tale tecnologia. Ma molti già lo usano durante i percorsi di selezione del personale, per capire quindi meglio con chi stanno parlando. Durante le interviste ai candidati è possibile valutare immediatamente la personalità di chi ci sta davanti e anche, per testare meglio il candidato, personalizzare ulteriormente l’intervista, magari ponendo il soggetto sotto stress. Proprio per questi motivi può essere utilizzato anche per interrogare sospettati e criminali, una sorta di macchina della verità 2.0.
Altri tipi di utilizzo possono essere nei videogame (per valutarne il gradimento e le emozioni che scaturiscono), oppure per delle innovative auto intelligenti che, valutando lo stato emotivo, possono decidere di diminuire la potenza del veicolo per evitare incidenti. In verità questo tipo di tecnologia può essere utile anche a evitare incidenti da eventuali colpi di sonno.
Quali sono i rischi che una tecnologia di questo tipo implica
Servirsi di sistemi automatici per riconoscere le emozioni potrebbe comportare rischi per quanto riguarda i posti di lavoro, per esempio. Potrebbe aumentare il divario fra lavoratori e datori di lavoro, anche perché è normale che chi ha posizioni più elevate sappia gestire meglio le emozioni, mentre chi è in situazioni meno privilegiate si lasci più facilmente andare ad esse, rischiando di venire ulteriormente emarginato da un algoritmo che magari lo crede pericoloso o inaffidabile.
Dato che le valutazioni delle emozioni non sono così scientifiche e sopratutto sono molto personali, il rischio è che chi decide quali emozioni attribuire alle varie espressioni commetta degli errori. Magari questi errori possono essere anche dettati da pregiudizi nascosti (o meno), credenze o anche semplicemente abitudini.
Il consiglio è quindi quello di mettere da parte, almeno per ora, questo tipo di tecnologia. Un recente studio dell’Association for Psychological, che ha condotto una ricerca controllando più di mille casi sull’argomento in due anni, sostiene è che è davvero molto complesso valutare quello che sta provando (ma anche pensando) una persona. Sopratutto partendo soltanto dalle espressioni facciali, questa valutazione è difficile per le persone, figuriamoci per un computer.